Qui, il caffè più buono della città.
Wimpy Bar, un bar piccolissimo appena dietro il teatro Massimo. Io, l’ho scoperto per caso, passando di lì ncuriosita da un via vai di gente. Entrando al Wimpy Bar, hai subito la sensazione che la macchina del tempo ti abbia portato a fare un giro negli anni 70. Persino l’aria è di quegli anni. Un bar senza sedute, dove tutto è storico. Il banco piccolo e tutto in acciaio, la carta da parati a righe verticali, le bottiglie dei vecchi liquori – stanno lì e basta senza un perché, alcune consumate altre ancora con il sigillo, perché se chiedi ad Umberto uno spritz ti risponde che non lo fa. Qui solo caffè. Fiero di fare solo caffè-, le tazzine di una volta, la zuccheriera in acciaio, la macchina del caffè di cui Umberto si prende cura da circa 40 anni. Umberto è il volto del Wimpy Bar. Lui, dentro l’aria di chi è stanco ma fiero di stare qui, dentro la sua camicia sempre bianca. È nato e cresciuto all’ Olivella e in questa caffetteria ha investito il suo tempo. Ogni giorno la stessa passione e dedizione. È una persona adulta che sfodera la sua personalità eccentrica tra garbo e umorismo. Un vero Palermitano. Ti intrattiene al banco e tu per un attimo ti dimentichi che non ti puoi sedere. Lui qui fa il caffè e fa anche il sale.
Direte “in che senso?”.
Un giorno mi ha spiegato che senza il sale non si può fare il caffè. Una volta a settimana fa il sale per sua macchina- è così che se ne prende cura-. Solo così il caffè è sempre lo stesso, come quella di una volta.
